
Via Cambini: tra quiete e movida, un equilibrio mancato
La recente Ordinanza del Sindaco di Livorno relativa alla Via Cambini era attesa con speranza, ma il risultato non sorprende affatto i residenti. A distanza di giorni dalla sua emanazione, la situazione nella via non ha subito modifiche significative. Il motivo è chiaro: le differenze tra il nuovo provvedimento e il precedente protocollo sperimentale sono, a conti fatti, quasi insignificanti (un orario di chiusura anticipato all’1:30 rispetto alle 2:00 e poco altro).
In sostanza, stiamo assistendo all’ennesimo atto di una telenovela che non risolve il nodo centrale del problema: la mancanza di buon senso nel bilanciare i diritti in gioco.
Tre diritti, una sola soluzione: il buon senso
Questa controversia è stata spesso inquadrata come un conflitto insanabile tra:
Il diritto alla quiete dei residenti.
Il diritto d’impresa dei commercianti.
Il diritto al divertimento dei giovani.
Tuttavia, noi residenti siamo convinti che questi diritti non siano destinati a scontrarsi, ma che possano e debbano coesistere. La chiave per la convivenza è una sola: la misura e, appunto, il buon senso.
Via Cambini non è un luogo per l’aggregazione notturna
È necessario partire da una premessa oggettiva: Via Cambini, per la sua conformazione e per ragioni ambientali e logistiche, non può essere trasformata in un luogo di aggregazione notturno dopo la mezzanotte.
Questo non significa che debba essere una via “morta”. Anzi, siamo i primi a sostenere che possa e debba essere un fulcro vitale durante il giorno e nelle ore serali. I residenti hanno dimostrato in ogni occasione la loro apertura e collaborazione, accettando di buon grado di rinunciare a una parte della loro tranquillità, in particolare nei fine settimana dei mesi autunnali e invernali.
Ma questa stessa apertura e collaborazione è stata adottata dagli altri protagonisti di questa vicenda?
Chiudere a Mezzanotte è una penalizzazione?
È lecito porsi una domanda semplice: chi, con un minimo di buon senso, può seriamente affermare che l’obbligo di chiudere le attività a mezzanotte sia una penalizzazione insopportabile per il lavoro o per il divertimento dei ragazzi?
Vale davvero la pena, per un guadagno di 90 minuti di lavoro notturno, rischiare di costringere il Prefetto a prendere una decisione drastica che penalizzerebbe tutti? Questo è forse buon senso?
Le vie del centro città non possono diventare spontaneamente un punto di aggregazione notturno incontrollato. Se le Istituzioni, e il Comune in primis, ritengono che questa destinazione d’uso sia strategica e inevitabile, allora devono assumersene la piena responsabilità.
A Dubai è possibile sciare nel deserto, ma per realizzare un tale stravolgimento ambientale sono state impiegate energie e sforzi immensi. Livorno non è Dubai, e il Comune dovrebbe impiegare le stesse, immense, energie (in termini di controlli continui e ininterrotti fino a tarda notte) per rendere possibile l’impossibile.
Il rischio, non affrontando seriamente il problema, è che le questioni irrisolte portino a una decisione drastica che, come sempre accade in questi casi, finirà per penalizzare anche tutti coloro che avrebbero agito con maggiore responsabilità e buon senso.
Il tempo per l’equilibrio sta scadendo. Il buon senso deve diventare protagonista prima che sia troppo tardi.
Firmato: un gruppo di residenti delle vie Via Roma, Via Cambini e Via Marradi
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